Mariangela Massaccesi, Luca Tagliaferri, Lucia Cervone, Antonio Piras, Sebastiano Menna, Luigi Azario, Gian Carlo Mattiucci, Patrizia Cornacchione, Valentina Lancellotta, Maria Antonietta Gambacorta, Vincenzo Valentini
CONTESTO:
In un paziente con carcinoma prostatico trattato con radioterapia, l’eventuale recidiva si verifica solitamente nella ghiandola prostatica. Ai pazienti con ricaduta locale, malattia metastatica assente e buona aspettativa di vita può essere proposto, tra le varie opzioni terapeutiche, un ritrattamento con radioterapia. Il ritrattamento può essere eseguito sia con brachiterapia che con radioterapia stereotassica (SBRT). Con entrambe le tecniche è possibile rilasciare nel tumore alte dosi per frazione con un buon risparmio dei tessuti sani. Il trattamento con SBRT ha inoltre il vantaggio di essere una procedura non invasiva. Molti studi retrospettivi riportano, con l’utilizzo di questa tecnica, un controllo dell’antigene prostatico specifico (PSA) con una bassa incidenza di lesioni al retto e alla vescica nei pazienti senza tossicità preesistenti.
In letteratura, ai pazienti con recidiva di carcinoma prostatico affetti da malattia infiammatoria intestinale, inclusa la malattia di Crohn e la colite ulcerosa (CU), viene generalmente sconsigliato il trattamento radioterapico a causa di un maggiore rischio di complicanze tardive. L’iniezione di gel sintetico (Hydrogel Spacer) tra prostata e retto alcuni giorni prima del trattamento, è una nuova tecnica che dovrebbe essere tenuta in considerazione per questi pazienti, poiché aiuta a protegge la parete rettale anteriore dalle dosi elevate che vengono rilasciate durante la terapia; un trattamento SBRT, accoppiato a questo distanziatore rettale di idrogel, può fornire un nuovo approccio terapeutico per ridurre al minimo le possibili tossicità tardive prodotte dal trattamento stesso in pazienti con malattie infiammatorie intestinali.
Nel case report presentato dal Policlinico A. Gemelli di Roma, viene descritta la procedura utilizzata per ritrattare, con tecnica SBRT e iniezione transperitoneale del distanziatore rettale di idrogel, il primo paziente con colite ulcerosa affetto da recidiva di carcinoma prostatico. Nello specifico, viene brevemente descritta la procedura di iniezione di Hydrogel Rectal Spacer, il posizionamento del paziente, l’acquisizione delle immagini RM, PET e TC di simulazione, la pianificazione del trattamento (5 frazioni da 5 Gy l’una per un totale di 25 Gy) e la fase di erogazione delle sedute di terapia. Nello studio viene riportato che il paziente ha segnalato solo una lieve disuria due settimane dopo il trattamento SBRT. Al decimo mese di follow-up, non sono stati evidenziati sintomi urinari o intestinali, il valore di PSA era di 1,31 ng / ml e la risonanza magnetica di controllo ha mostrato una leggera riduzione della lesione.
COMMENTO AITRO:
I risultati riportati in questo studio, in combinazione con studi precedenti, suggeriscono che i pazienti con colite ulcerosa affetti da recidiva di carcinoma prostatico potrebbero essere trattati con SBRT se viene iniettato un distanziatore rettale di idrogel alcuni giorni prima del trattamento che aiuta a limitare la tossicità al retto, distanziando quest’ultimo dalla prostata. Questo case report, dimostra come la ricerca scientifica e lo sviluppo tecnologico portano ad un continuo miglioramento della cura dei pazienti oncologici e, in alcuni casi e per alcune categorie di pazienti, alla possibilità di fornire delle terapie che fino ad oggi non si pensava di poter utilizzare garantendo delle tossicità accettabili. È quindi importante sottolineare che il TSRM deve essere sempre pronto ad acquisire nuove conoscenze e competenze utili a migliorare la cura dei pazienti.