Elona Cekani a, José Luis López-Guerrab, Rodrigo Barrientosa, Patricia Taverac, Juan Manuel Praena-Fernandez d,Eleonor Rivin del Campoe, Ignacio Azinovic c, Raul Matutef.
Rep Pract Oncol Radiother May-Jun 2019;24(3):298-305.
CONTESTO:
Il cancro alla prostata è il tumore più comune nella popolazione di sesso maschile negli Stati Uniti e il secondo più comune nell’Unione Europea.
Sebbene gli studi randomizzati di fase III abbiano mostrato migliori tassi di controllo biochimico nel trattamento del carcinoma prostatico localizzato con radioterapia (RT) superiore a 70 Gy, è stato osservato un rischio significativamente più elevato di tossicità tardiva per i pazienti trattati con alti dosaggi. Di conseguenza, sono state proposte diverse strategie per limitare la tossicità indotta dalle radiazioni, come l’uso della RT a modulazione di intensità (IMRT).
La sensibilità delle cellule del cancro alla prostata è caratterizzata da un basso rapporto α/β compreso tra 0,8 e 2,2 Gy, quindi somministrare frazionamenti superiori allo standard di 2 Gy/frazione può essere radiobiologicamente efficace. Molti studi hanno dimostrato che la recidiva biochimica si riduce quando si aumenta la dose da 68-70 Gy a 76-79 Gy, ipofrazinando con dosi da 2,4 a 3,4. Tuttavia, lo svantaggio di un programma ipofrazionato è il potenziale aumento della tossicità.
L’avvento delle tecniche IMRT ha consentito di adattare il delivery all'anatomia del singolo paziente. I forti gradienti di dose creati con la tomoterapia elicoidale (HT) possono modellare la regione ad alta dose sul volume target di pianificazione e limitare la dose agli organi a rischio come la vescica, la parete rettale e le teste femorali.
Per lo studio sono stati valutati 38 pazienti con adenocarcinoma primario della prostata di cui 9 (24%) ad alto rischio, 15 (39%) con rischio intermedio e 14 (37%) con rischio basso. I pazienti sono stati trattati con HT ipofrazionato da maggio 2008 a febbraio 2011. I regimi di ipofrazionamento includevano: 68,04 Gy a 2,52 Gy/frazione (N= 25; 66%), 70 Gy a 2,5 Gy/frazione (N= 4; 11%) e 70,2 Gy a 2,6 Gy/frazione (N= 9; 23%).
La durata media del trattamento è stata di 40 giorni (range da 34 a 44). Allo stesso tempo, i pazienti ad alto rischio sono stati irradiati con trattamento convenzionalmente frazionato ai linfonodi pelvici (48,6 Gy a 1,8 Gy / frazione) e alle vescicole seminali distali (54 Gy a 2 Gy / frazione). La terapia neoadiuvante di deprivazione androgenica (ADT) è stata somministrata a pazienti intermedi (N= 15) e ad alto rischio (N= 9).
Inoltre, tre pazienti a basso rischio hanno ricevuto ADT neoadiuvante a causa di un grande volume prostatico. Infine, i pazienti ad alto rischio hanno ricevuto anche ADT adiuvante.
I risultati hanno mostrato che la tossicità gastrointestinale (GI) di grado tardivo 1, 2 e 3 è stata
rispettivamente del 13% (N= 5), 24% (N= 9) e 2,6% (N= 1). La tossicità genitourinaria (GU) di grado tardivo 1, 2 e 3 è stata rispettivamente del 29% (N= 11), 21% (N= 8) e 8% (N= 3). I pazienti con trattamento pelvico non hanno manifestato tossicità GU di grado tardivo ≥2.
COMMENTO AITRO:
Lo studio valuta l’incidenza e la gravità della tossicità tardiva in pazienti con carcinoma prostatico localizzato trattati con HT ipofrazionato nonché i potenziali fattori di rischio, dimostrando che l’aumento della dose per frazione sia possibile senza aumentare il rischio di lesioni tardive al tessuto sano circostante e dimostra che tale tecnica può essere somministrata in sicurezza con tassi limitati di tossicità tardiva moderata e grave. I parametri analizzati potrebbero essere necessari per prevedere in modo più accurato i rischi di tossicità
tardiva a seguito di HT ipofrazionato. Fondamentale, nelle tecniche che somministrano la dose in ipofrazionamento è l’accuratezza della delivery; la precisione e la perfetta riproduzione delle condizioni di pianificazione così come i controlli pre-trattamento tramite tecnologia IGRT, risultano essere basilari per la buona riuscita del trattamento, in termini di controllo di malattia e di riduzione delle sequele dovute alla tossicità, soprattutto tardiva.