Second cancer risk after 3D-CRT, IMRT and VMAT for breast cancer

Yasser Abo-Madyan, Muhammad Hammad Aziz, Moamen M.O.M. Aly, Frank Schneider, Elena Sperk, Sven Clausen, Frank A. Giordano, Carsten Herskind, Volker Steil, Frederik Wenz, Gerhard Glatting.

Radiat Oncol. 2014 Mar;110(3):471-6.

CONTESTO:
L’intento dello studio è fare un confronto tra tecniche diverse per il trattamento della mammella e valutare i possibili rischi di tumori radioindotti alla mammella controlaterale o al cuore o polmoni. I confronti sono stati fatti con le seguenti tecniche: 3D-CRT (la classica tecnica a campi tangenziali), IMRT a campi fissi tangenziali (t-IMRT), una IMRT a campi multipli (m-IMRT) e la IMRT volumetrica (VMAT).I risultati ottenuti dal confronto sono che le tecniche “standard” come la 3D-CRT e la t-IMRT danno un rischio minore rispetto a tecniche più complesse quali la m-IMRT e la VMAT

COMMENTO AITRO:
Questo articolo fa seguito all’articolo già commentato da AITRO (DOSE TO THE CONTRALATERAL BREAST FROM RADIOTHERAPY AND RISK OF SECOND PRIMARY BREAST CANCER IN THE WECARE STUDY) perché sempre più pubblicazioni stanno spostando l’interesse dei rischi secondari per quanto riguarda le mammelle trattate. Oggi più che mai con i trattamenti ad arco modulato che riescono a conformare perfettamente la dose al PTV sono sotto osservazione per i problemi legati a secondarismi nel tempo, soprattutto sulla mammella controlaterale ma anche polmoni e cuore. Tutti gli studi vanno nella stessa direzione: quando si può bisogna usare tecniche classiche come la 3D-CRT o IMRT a campi fissi.

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